Da chimico un giorno avevo il potere
Di sposar gli elementi e farli reagire
Ma gli uomini mai mi riuscì di capire
Perché si combinassero attraverso l’amore
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.
Io amo De André e lo amerò sempre e per sempre, citando tra l’altro un suo amico. L’ho scoperto anche un po’ tardi, sui 22 o 23 anni, ma da allora siamo una coppia fissa. Amo ascoltarlo e soprattutto cantarlo, cioè faccio quella cosa odiosa per chi ascolta che è cantarci sopra, con tutti gli annessi e connessi: sbagliare tono, salire e scendere di un’ottava nel giro di due frasi, dimenticarsi le parole e finire con na na na. Oh lo amo ma a volte mi confondo anche io.
Fatto sta che un giorno sono lì che canto uno dei brani di uno dei miei dischi preferiti, cioè Un chimico, tratto da Non al denaro non all’amore né al cielo – per intenderci quello con
tutti quei morti sulla collina, che parlano, raccontano le loro vite non proprio facilissime però poi commuovono il pubblico con i ricordi e i consigli sulla vita. Ecco allora sono lì che canto, con tutte le sensazioni che questo comporta: ricordi passati, confluenze, commozione, un fugace pensiero al bollo da pagare, ancora ricordi di quando mi sentivo come questo chimico, il pensiero ma quanto cavolo è bello cantare?? e poi arrivo ad una parte che mi suona strana. Cioè l’ho già cantata e ascoltata e ogni volta mi suona strana. Sposargli le menti. Ma in che senso? No perché lui è un chimico, magari insegnava.. no, che c’entra sposare. Ma sposare tipo unire? Unirgli le menti? Unire le menti sotto il segno della chimica? Sarà mica una cosa alla De Gregori che quando Cristiano (De Andrè, ve l’ho detto che lo amo) gli ha chiesto perché Alice guardasse i gatti a momenti non si ricordava nemmeno di averlo scritto lui? Non lo so e in fondo non mi interessa poi molto, mi piace, mi piace come mi fa sentire, mi piace quello che mi fa pensare, sono a posto così. Se non fosse che qualche tempo più tardi mi capita sott’occhio il testo della canzone. E ci rimango veramente male. Non per il testo in sé, ma per la cantonata.
Il testo recita
Sposar gli elementi.
Che poi non ci voleva neppure tutto sto genio per arrivarci: chimica, elio rame berillio, tavola periodica degli elementi.
Però niente, io mi ero fissata, avevo percepito lo sposalizio al primo ascolto e così mi si era radicato nel cervello.
Questa cosa però, nel tempo, mi ha dato da pensare: perché la questione qui non è aver capito male le parole di una canzone. Cioè non è come quando ero piccola e cantavo
Loschi individui al bancone del bar, Pieni di whisky e MAGARI DAS
(oh ero alle elementari, probabilmente ero troppo impegnata a fare dei posacenere incastonati di conchiglie con la pasta modellante).
Io le lettere le ho sentite tutte, solo le ho capite in maniera diversa.
Le ho percepite a mio modo, secondo la mia lettura del momento.
Gli elementi, è proprio il caso di dirlo, c’erano tutti, ma io li ho come anagrammati.
La psicologia della Gestalt parla di un continuo gioco di figura-sfondo. Vuol dire che in continuazione, mentre viviamo, dallo sfondo che rimane indistinto e un po’ sfuocato emergono figure chiare e nitide. Le figure che vediamo rappresentano ciò che in quel momento ci serve, o magari in realtà non ci serve ma crediamo di averne bisogno. Dallo sfondo della canzone per me sono emerse nette delle parole con una combinazione lontanissima dal significato originale, assegnato da chi quelle parole le aveva scritte e intese. E quindi hanno assunto un nuovo significato, tutto mio. Non particolarmente intelligibile nemmeno per me, ma sicuramente originale ed esclusivo. Questo è il potere della percezione, diversa in ognuno di noi a seconda di chi siamo, cosa stiamo vivendo, cosa abbiamo vissuto, cosa ci sta accadendo in quel momento. Chissà perché. Viene da chiederselo. Poi mi rispondo che il perché è veramente relativo, poco importante, poco incisivo. È il fatto che io me ne accorga, che fa la differenza. È la consapevolezza della mia percezione che mi fa riflettere sul fatto che Sposargli le menti è quello che ho sentito io e solo io.
La moralona? (perché ci deve essere): alleniamo la nostra consapevolezza. Ci aiuterà a capire le cose e a riconoscerle, a capire gli altri e a riconoscerli. A capire noi stessi e a conoscerci un pochino meglio.
Dalla consapevolezza nascono i fior.
Era così vero?
1 Comment
Hildred
Aprile 18, 2022Paragraph writing is also a fun, if you be acquainted with then you can write if not it is difficult to write.
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