L’acqua non si ferma davanti a nulla, si insinua, si infiltra, gocciola e riempie ogni cavità che riesce a trovare.
Il Giudice Interiore si comporta più o meno nello stesso modo: vede uno spazio vuoto e subito lo va a occupare, infilandosi in ogni pertugio di incertezza che abbiamo.
A volte sembra di non avere scampo, perché per lui tutto si trasforma in materiale da giudicare. Distorce ogni situazione, ogni parola, ogni significato.
Ma il Giudice altri non è che una parte di noi; siamo noi che gli diamo voce e gli prestiamo il fianco, permettendogli e quindi permettendoci di alzare continuamente l’asticella delle aspettative e delle difficoltà.
È un mero sillogismo:
il Giudice punta il dito
noi siamo il Giudice
noi puntiamo il dito.
Forse allora potrebbe avere senso iniziare a osservarlo un po’ meglio questo dito: com’è fatto? Dove indica? Quando? Perché punta proprio in quella direzione?
Per una volta guardare il dito non ci renderà stolti, checché ne dica la luna.