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Cic – Il sogno

Freud considerava i sogni come messaggi dell’inconscio da interpretare. Sogni un elefante viola? Hai problemi con tua madre. Sogni che un pirata ti ha rapito? Hai problemi con tua madre. Sogni che hai le mani di cioccolato? Mmmh vediamo… hai problemi con tua madre.

Anche Fritz Perls, il padre della Psicologia della Gestalt, era convinto che l’inconscio parlasse attraverso il sogno, ma non era interessato a interpretarlo, quanto piuttosto ad integrarlo. Considerava infatti i sogni come una preziosa opportunità per integrare inconscio e conscio. Per riunire così il nostro Sé frazionato, diviso fra ciò di cui siamo consapevoli e ciò che invece abbiamo rimosso.

Il Counseling Gestaltico lavora molto col sogno: lo mette in scena, lo disegna, lo abita. Da sveglio il cliente può rientrare nel suo sogno, guardarsi intorno, notare meglio alcune cose, certi dettagli. Può prestare attenzione alle sensazioni che prova, può addirittura, se vuole, cambiarlo, stravolgerlo. Lo fa suo durante la veglia, attraverso una consapevolezza che sarebbe impossibile durante il sonno.

Ciò accade anche per i sogni ricorrenti, che segnalano una situazione frustrante, una impasse, una crisi che suggerisce che qualcosa, nella vita, potrebbe dover cambiare.

Einstein diceva che la follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.

Quindi forza, fate il primo passo e chiamate quella cernia di vostra cugina.